La qualità dell’esperienza dei clienti sarà fortemente influenzata dalla qualità della salute pubblica. Gli effetti sociali del distanziamento sociale portato dalla pandemia sono un aspetto cruciale per riflettere sull’esperienza del cliente e meritano un’attenzione adeguata. Adottare misure preventive, è questa la strategia per tornare nei negozi e nei luoghi pubblici. I governi stanno pensando alle procedure e ai regolamenti per la riapertura delle attività in piena sicurezza.
I retailer sanno che la priorità è garantire il rispetto delle linee guida di social distancing, adottare sistemi tecnologici di prevenzione del contagio gestendo in maniera attenta il traffico dei negozi e il social distancing, fornire strumenti e servizi evitando touch screen e dispositivi condivisi.
Ma c’è anche un altro aspetto. Rimanere in contatto con i clienti con un approccio diverso e sicuro sarà una sfida nella nuova normalità. Il rapporto fra cliente e operatore in negozio potrebbe essere disturbato da situazioni che creano disagio o ansie a causa della prossimità o dell’interazione. Questo vuol dire che l’esperienza di acquisto potrebbe essere più complicata.
La tecnologia può contribuire a mitigare gli effetti dell’ansia sociale rendendo l’esperienza in negozio fluida ed efficace.
Sarà necessario ripensare il modo in cui rivenditori e marchi forniscono servizi e prodotti. I servizi ai clienti, le strategie omnicanale, l’automazione del marketing e i programma fedeltà diventeranno sempre più importanti.
La nota positiva è che ora più che mai, tutti possono capire l'utilità del data mining, delle tecnologie di monitoraggio e dell’analisi del traffico in-store.
Infatti, oltre alla videosorveglianza, anche queste tecnologie di gestione del traffico contribuiscono a determinare la sicurezza e la salute pubblica e saranno sempre più percepite come utili e innocue.
D'altra parte la tecnologia sta superando il tema della protezione delle informazioni personali. L’attenzione sul tema dei dati personali e sempre molto alta e la normativa sulla GDPR regolamenta le modalità di raccolta, ma la verità è che non c’è più un reale bisogno di dati personali.
Non è una questione di dati personali, i dati comportamentali sono molto più interessanti e sono davvero significativi. I dati aggregati non contengono informazioni da cui gli individui possono essere identificati. I retailer possono trarre vantaggio dall'analisi del traffico nel rispetto del regolamento GDPR e allo stesso tempo migliorare l’esperienza nei negozi.
Possiamo aspettarci che la privacy diventi una priorità secondaria? Forse dopo mesi di reclusione a casa ne avremo abbastanza della privacy.
Quello che è certo è che gli esseri umani sono esseri sociali e desiderano essere connessi, quindi l'impulso di tornare a vivere socialmente è forse più forte di quello che porta a costruire muri di privacy.
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