verbo intransitivo
- Comportarsi in modo da provocare e subire reciprocamente una serie di azioni e reazioni; relazionarsi (anche + con )
- Di fenomeni naturali, concorrere alla produzione di un identico effetto
Interagiamo costantemente: con le persone,con gli oggetti, con i dispositivi, con le nostre auto e all’interno delle nostre case.
Le interfacce con cui interagiamo utilizzando modalità come tocco, gesti o voce sono spesso chiamate Natural User Interfaces (NUI).
Le nostre interazioni diventano più significative quando provocano emozioni interiori e sono più naturali.
Forse la frase migliore per descrivere NUI è quella di Daniel Wigdor: ”Il contenuto è l’interfaccia”, che suggerisce di rimuovere uno strato dell’interfaccia per accedere al contenuto in modo più diretto e trasparente. Poiché l’utente interagisce direttamente con il contenuto, il contenuto dovrebbe “comportarsi” in modo da guidarlo su come interagire con esso.
Tutti siamo stati i testimoni dell’iper-consapevolezza delle possibili implicazioni delle superfici touch, con conseguenti cambiamenti di comportamento e atteggiamento che sono arrivati con il COVID-19. I milioni di aziende che si affidavano alle tecnologie touch, erano costrette a cambiare approccio. Comunque, il futuro “touchless” era imminente, la pandemia ha solo accelerato la transizione.
Ma come si progettano interfacce self-service contactless adatte a futuri utenti ed esperienze?
La risposta è semplice: utilizzando le tecnologie touchless con Natural User Interface.
Se consideriamo per un momento l’interazione interpersonale (spostandoci dal mondo dei computer), ci renderemo presto conto che utilizziamo un’ampia gamma di gesti nella comunicazione.
I vantaggi delle tecnologie NUI iniziano dal punto di vista sanitario e includendo 0 curva di apprendimento, danno la possibilità a tutti di interagire con la tecnologia e utilizzare i servizi da essa forniti senza necessità di apprendere alcun nuovo gesto. Sono accessibili a chiunque. In NUI, le capacità naturali dell’uomo diventano ispirazione e modello per generare nuove modalità di interazione.
Ma come progettare l’interazione giusta?
Se gli utenti trovano difficile l’interazione con un’interfaccia, il loro sforzo mentale o carico cognitivo è elevato.
Un carico cognitivo elevato significa che gli utenti devono continuare a pensare a come manipolare l’interfaccia invece di concentrarsi sul raggiungimento di un compito. Il carico cognitivo degli utenti dovrebbe essere minimo per garantire meno sforzo a lungo termine e consentirci di rivolgerci un gruppo di utenti più ampio.
Il UX design dovrebbe iniziare dalla comprensione degli oggetti nel mondo fisico.
La NUI dovrebbe essere progettata nel modo in cui l’utente applica principalmente le conoscenze di base e le abilità semplici durante l’interazione. Ciò garantirà che l’interfaccia sia facile da usare e da imparare.
Le attività semplici e utilizzate di frequente dovrebbero avere gesti altrettanto semplici per attivarle.
Le tecnologie NUI, in particolare quelle touchless, dovrebbero essere accessibili ad un pubblico più ampio, progettate per essere comprensibili per tutte le età e abilità. Possono aprire l’informatica a un nuovo pubblico, come i giovanissimi, le persone anziane o le persone con disabilità. Creare una NUI di successo significa che gli utenti decideranno in brevissimo tempo accederanno e utilizzeranno il design proposto.
Progettare una buona NUI significa tenere a mente l’identità, le esigenze e il contesto degli utenti in ogni fase del processo.
E la cosa più importante: il NUI design di eccellenza cerca di soddisfare le esigenze degli utenti, non di essere più ‘intelligente’ di loro.